15 Chilla – MŪN
Purtroppo essere donna ed essere rapper non è ancora un’associazione particolarmente facile da accettare, anche nel 2019. Chilla, giovane rapper di origine svizzera, ci racconta questa difficoltà, unita ad una grande voglia di rivalsa, in Mūn suo album d’esordio. La delicatezza e la raffinatezza dei suoni, gusto che nasce dalle sue radici di musicista classica, accompagnano testi impegnati e non. Un ascolto che nobilita il tempo speso.
14 Lord Esperanza – Drapeau blanc
Un album che aspettavo molto e che non mi ha deluso. Il 23enne rapper parigino trova con Drapeau blanc il perfetto equilibrio tra tutte le sue nature: ci sono brani di classico ego-trip, altri più riflessivi e impegnati e altri puramente d’amore. Le produzioni curate da Majeur Mineur riescono sempre a rispecchiare l’atmosfera di ogni singolo pezzo. Un disco che ha molte anime, ma mai slegate.
13 Luidji – Tristesse Business : Saison 1
Lavoro quasi impeccabile e incredibilmente curato in ogni particolare (cover, video e promozione). Luidji torna dopo 4 anni dal suo ultimo lavoro con un disco personale dove non ha paura di esprimere quello che prova/provato e lo racconta con un’onestà encomiabile. Tutto il contorno musicale è semplicemente perfetto per i suoi testi, quasi come se fosse il tutto racchiuso in una bolla.
12 Da Uzi – Mexico
Energia fuori dal comune e delivery davvero inaspettato. Conosciuto come ottimo freestyler, Da Uzi esordisce con questo mixtape di inizio 2019 nel mercato francese. Già dai 3 feat – Kaaris, Sadek e Ninho – si può intuire l’idea del progetto: parlare di strada senza fronzoli. I testi infatti non spiccano per novità, ma il modo i cui espone la sua storia e le produzioni mai troppo invadenti rendono tutto estremamente piacevole. Qualità e tanta quantità.
11 404Billy – Process/Supernova
Entrambi gli EP meritano menzione. Process è un’evoluzione di Hostile, uscito l’anno scorso, e continua la linea oscura del rapper classe 95. Supernova invece è un prodotto estremamente sperimentale dal punto di vista strumentale: basi distorte e piene di piccoli dettagli. Il mix dei due progetti è esattamente quello che Billy rappresenta nella scena adesso, un ibrido che ancora non ha trovato la forma definitiva. Tenebre.
10 Koba LaD – L’Affranchi
L’Affranchi non è probabilmente uno dei migliori album francesi usciti quest’anno, ma il suo impatto sul 2019 e su di me è stato devastante. Scritto in più o meno 10 minuti – sue parole – l’album è un saggio dello stile del rapper diciannovenne. Il suo flow è personalissimo e super riconoscibile, il suo cantato è quasi lamentoso. Tutto quello che esce dalla sua bocca è una firma indelebile, in 2 anni ha già preso possesso di una grossa fetta della torta.
9 Heuss L’enfoiré – En esprit
Heuss rappresenta un po’ quello che è diventato il rap francese oggigiorno: un calderone pieno di tantissime influenze provenienti da tutto il mondo. En esprit, suo primo album ufficiale, è proprio la copia carbone del suo autore. Il suo stile è sicuramente molto condizionato dal suo mentore Sofiane – Hakan Sukur è una dimostrazione – ma quando rappa senza freni è senza dubbio nella sua versione migliore. Tanta carne al fuoco.
8 Hamza – Paradise
La lunghezza spropositata degli album è un vizio che resiste ancora forte nel rap francese. Hamza è riuscito a produrre 59 minuti di album, ma con il merito di non stancare. Aiutano i beat che sembrano un po’ scimmiottamenti dell’OVO sound e il suo flow che varia spesso. Nel complesso tutto il progetto risulta molto gradevole e curassimo nei dettagli. Si apprezzano di più i brani più riflessivi e dai bpm più controllati. Quasi ipnotico.
7 SCH – Rooftop
Il suo nuovo capriccio è un maggiordomo di nome Edouard. Il suo ennesimo album invece è Rooftop. Un mistero come mantenendo il ritmo di un lavoro all’anno il rapper di Marsiglia riesca a non perdere colpi. Solido, concreto, gangsta rap fatto a suo modo. Capace di cimentarsi anche in qualche accenno di afro–trap con Maitre Gims, per me pezzo incredibile. SCH più passa il tempo più si afferma come leggenda del rap d’oltralpe. Grosso.
6 13 Block – BLO
4 rapper validi che si alternano per 1 ora e 20 minuti. Non un brano fuori posto, non un beat uguale all’altro. I 13 Block non sono certo una sorpresa, ma con BLO hanno sicuramente confermato di essere un punto di riferimento della scena Trap francese. Proprio le atmosfere scure, i testi street e celebrativi sono le cose più riuscite e più azzeccate. Con qualche brano in meno probabilmente sarebbe stato un perfetto prodotto da esportare negli US.
5 PNL – Deux frères
Probabilmente dopo Booba i PNL sono l’entità del rap francese più conosciuta al mondo. Deux fréres è un’evoluzione dei lavori precendeti, sia dal punto di vista delle strumentali sia dal punto di vista dei testi. Il successo è sicuramente qualcosa che ha colpito i due rapper in maniera ambigua e di certo non in modo del tutto positivo. Il loro raccontare questo mix di sentimenti è favorito dal loro inconfondibile stile “cloud”: produzioni leggere e non invadenti, il loro flow che ci nuota dentro.
4 Dinos – Taciturne
Imany mi era piaciuto tanto, Taciturne ancora di più. Dinos si mostra in un lato se vogliamo inedito, parla di se stesso senza filtri e senza quell’aria dura ch l’aveva contraddistinto nel passato. Naturalmente il livello dei testi è equiparato dalla sua naturale capacità in quello che è il rap vero e crudo. L’album è maturo e senza filler inutili, senza dubbio il suo miglior lavoro. Dinos cresciuto a pane e punchline è finalmente cresciuto.
3 Nekfeu – Les ètoiles vagabondes
Nekfeu non poteva a restare a guardare ancora a lungo. Dopo 3 anni da Cyborg torna con Les ètoiles vagabondes, un disco incredibilmente sentito. Ken esplora se stesso con brani che ricordano le sue origini greche e si muove su nuovi sentieri con pezzi di ispirazione giapponese. La completezza di quest’album è imbarazzante, accontenta tutti senza risultare ruffiano. Il suo modo di scrivere poi è pressoché immutato. Da cinema.
2 Captaine Roshi – Attaque
Arrivato in Francia ad 11 anni, cresciuto a pane, pallone (da qui il nome) e manga. Captaine Roshi con Attaque irrompe prepotentemente nella scena francese e, insieme a quella schiera di giovani rapper come Freeze Corleone e Key Largo, prepara l’attacco ai piani alti. Stile super personale, soprattutto nell’immaginario ispirato spesso a Naruto e One Piece, e scelta accurata delle produzioni fanno di LaRosh la mia scelta per il prossimo breakout.
1 Nemir – Nemir
Nemir è Nemir. Il suo primo album è un qualcosa che mi è arrivato forte e diretto fin dal primo ascolto. Ho amato la sua voce, la sua scelta dei feat, le produzioni magnifiche e mai banali. La sua capacità di adattarsi a praticamente ogni strumentale regala perle anche dal punto di vista dei testi: ogni cambio da questo punto di vista è accompagnato da un ambiente diverso. Fit perfetti e poche imperfezioni, tanto spazio per qualcosa di ancora migliore.
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